CRISI? SISTEMATA COL NASTRO ADESIVO. MANCOOP, STRAPPATA ALLE MULTINAZIONALI

Roma, 13 dicembre 2013- Nell’aprile del 2012, la Evotape packaging- società operante nel settore della produzione di nastri adesivi- falliva miseramente.  Nel cuore del Lazio, però, si preparava un miracolo “argentino”: gli ex-lavoratori della multinazionale si organizzavano e autogestivano per ridare slancio alle prospettive dell’azienda,   divenendone i proprietari. Inizia così il riscatto di un gruppo di lavoratori che operano in un territorio segnato da molteplici difficoltà, in un’azienda che sorge a 50 metri dal territorio dei Casalesi.
“Piuttosto che stare ad aspettare un Godot che non sarebbe mai arrivato, vale a dire un intervento dello Stato o un altro compratore, abbiamo deciso di rimetterci in gioco” ha detto Erasmo Olivella– oggi presidente della cooperativa rinata dalle ceneri della Evotape-. Ci siamo detti: questa fabbrica chiude non perché non produce più nulla ma perché vittima di speculazioni finanziarie”.
E’ così che dal disastro della multinazionale nasceva Mancoop, società cooperativa fondata il 4 giugno 2012 da 52 ex-dipendenti dell’azienda.
“Non tutti gli ex operai hanno aderito alla nuova cooperativa. Più della metà dei lavoratori della ex Evotape hanno deciso di accontentarsi del sussidio statale e di non impegnarsi in questa avventura”- ha confessato Olivella al Manifesto-. Purtroppo da queste parti c’è diffidenza nei confronti delle cooperative, molti avevano paura e non hanno voluto rischiare”.
Mancoop, però, ce l’ha fatta ed è riuscita a superare la crisi. Un miracolo tornato ad essere tutto italiano, dopo aver subito gli effetti degli eccessi delle multinazionali.
La società, infatti, era nata nel 1957 dal genio del siciliano Dardanio Manuli– riuscito in poco più di un ventennio a creare un gruppo industriale presente in 15 Paesi, capace di offrire lavoro a tremila dipendenti. Nel dopoguerra, con i finanziamenti  della Cassa del Mezzogiorno, la produzione di nastri adesivi venne spostata a Santi Cosma e Damiano, nella provincia di Latina. Alla morte del fondatore, però, la Manuli cedette l’azienda ad una multinazionale americana, la Tyco. Travolta dallo scandalo per aver pagato con denaro dell’azienda una megafesta in maschera per i dipendenti alla quale era stato invitato persino il cantante Jimmy Buffet, la multinazionale fallì. Dalle casse della Tyco mancavano ben 600 milioni di dollari, spesi in maniera irregolare.
Le conseguenze del crac si fanno sentire immediatamente oltreoceano, in provincia di Latina, dove la società che opera nel settore della produzione di nastri adesivi finisce prima nelle mani di un fondo lussemburghese e poi in quelle di una multinazionale messicana, la Evotape.
Dopo una via crucis interminabile fatta di cassa integrazione, crisi e precarietà, ben 137 lavoratori rischiano di cadere nel baratro della disoccupazione, quando la multinazionale chiude per mancanza di liquidità.
Gli ex dipendenti, però, decidono di autogestirsi. Dopo essere riusciti ad ottenere in fitto 20 mila metri quadri dello stabilimento al prezzo di 180 mila euro l’anno, nasce la cooperativa Mancoop.

 

IL COMMENTO

“Quella di Mancoop è un’esperienza esemplare per il territorio della provincia di Latina, ed assume un valore ancora maggiore se si circoscrive l’esperienza all’area del Sud Pontino, ben più problematica del resto della provincia- ha detto Emiliano Scinicariello, presidente della Legacoop di Latina-. La terribile fase economica che stiamo vivendo e che in provincia di Latina ha prodotto una sequenza impressionante di crisi aziendali e quindi occupazionali, ha creato sfiducia nella popolazione. I soci della Mancoop hanno creduto fermamente nella possibilità di “riprendersi” un sito industriale molto esteso e che presuppone una gestione molto complessa, hanno lasciato inascoltate le sirene di chi su quell’enorme sito immobiliare aveva mire speculative. Hanno perfino sollecitato il Prefetto per ottenere l’affitto d’azienda, e questi comportamenti rappresentano segnali importanti e positivi, non solo per il territorio provinciale di Latina, ma per tutti quei territori svuotati dei loro siti produttivi”. Dopo aver esortato a non dimenticare mai che l’area nord della provincia di Caserta, la terra dei Casalesi, inizia a 50 metri dal sito di Mancoop, Scinicariello ha ricordato: “La cooperazione non è una medicina per tutti i mali, ma è certamente una soluzione produttiva ed occupazionale laddove il lucro e la finanza abbiano marginalizzato il lavoro e la produzione”.

Pienamente concorde anche il parere del presidente Legacoop Servizi, Andrea Laguardia, che ha detto: “Mancoop e l’esperienza che ha portato alla sua fondazione, danno speranza nel mondo del lavoro di questa Regione devastato dalla crisi economica. Quando le imprese falliscono a causa di speculazione finanziarie, i lavoratori possono riappropriarsi del lavoro diventando i protagonisti attraverso la forma cooperativa. L’impegno di Legacoop Latina insieme a tutti gli attori del territorio è stato indispensabile per dare vita a questa storia, che in questo periodo appare come un piccolo miracolo. Idee e valori che hanno origine agli albori della rivoluzione industriale, possono essere riscoperti in chiave moderna per dare vita a nuove imprese dove capitale e lavoro sono nelle stessi mani, cioè quelle dei lavoratori”.